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ana_ermakova

Media Literacy's Role in Democratic Engagement and Societal Transformation among Univer... - 1 views

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    L'articolo mostra come la media and information literacy (MIL) favorisca il pensiero critico, la partecipazione politica e l'empowerment tra studenti universitari sudafricani, evidenziando il legame con la cultura partecipativa (Jenkins) e l'accesso democratico all'informazione politica tramite i social (Castells). Dall'indagine tra studenti emerge che la MIL è percepita come il primo passo verso la consapevolezza e il pensiero critico, fondamentali per l'impegno democratico e il cambiamento sociale. Le competenze chiave includono analisi critica, creatività, etica e abilità digitali. Si sottolinea l'evoluzione della MILE da semplice strumento di contrasto alla disinformazione (Buckingham) a leva per l'empowerment civico e la cittadinanza informata. Viene inoltre evidenziata l'importanza di riconoscere la costruzione mediale degli eventi attraverso processi di framing. La MIL può includere soggetti marginalizzati, ma il digital divide resta un ostacolo. Tuttavia, l'empowerment richiede non solo competenze, ma anche la percezione soggettiva di poter agire (Martini, Sequi). Sebbene la ricerca si concentri su studenti africani, i concetti e i risultati sono rilevanti anche in altri contesti globali.
mariaclotildespa

Genitori zerosei anni e tecnologie tra percezione d'uso e datificazione: i trend nei Ra... - 0 views

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    Negli ultimi anni il rapporto tra famiglie con bambini 0-6 anni e tecnologia è cambiato profondamente. Non parliamo più di una scelta opzionale, ma di qualcosa di strutturale: siamo davvero dentro la fase della "famiglia postdigitale", dove il digitale è parte della vita di tutti i giorni, quasi inevitabile  si nota più la sua assenza che la sua presenza! Questa trasformazione non è però uguale per tutti. I dati mostrano una polarizzazione crescente: da un lato chi riesce a sviluppare un rapporto più autonomo e consapevole con la tecnologia, dall'altro chi la vive come un obbligo o una costrizione. E proprio tra i genitori di bambini piccoli si vede che la sensazione di dipendenza è di nuovo in crescita, perché il digitale diventa indispensabile per organizzare tempi e impegni familiari. Ci sono differenze generazionali e territoriali: i genitori più giovani la usano come strumento pratico e organizzativo, quelli più grandi la vedono anche come mezzo di connessione sociale. Al Nord la transizione sembra più equilibrata, mentre al Centro e Sud emergono più spesso percezioni di conflitto e dipendenza. Un altro tema che trovo centrale è la diffusione di dispositivi connessi in casa, dagli smart speaker agli elettrodomestici gestiti via app. Se da un lato semplificano la vita, dall'altro raccolgono dati in modo continuo e spesso invisibile. Da qui la domanda: siamo noi ad "addomesticare" gli schermi e la tecnologia o sono loro ad addomesticare noi? Credo che la sfida, come suggeriscono le ricerche, sia accettare che il digitale fa parte del quotidiano e imparare a gestirlo in modo consapevole, approfondendo i temi legati alla media education e di conseguenza alla media literacy. Questo è ancora più vero quando si tratta di bambini piccoli. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di dare un senso educativo alla sua presenza. Preparare i genitori in modo che crescano adulti consapevoli, inseriti, capaci di guidare con la tecnologia e
emanuelec

Forme narrative sui Social Media - 3 views

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    In questo articolo di Nicola La Sala, viene posto l'accento sulla diffusione progressiva delle varie tipologie di narrazioni, con il contributo soprattutto dei social media. Questo fenomeno non può definirsi positivo nella sua globalità, dato che come suggerisce il famoso detto "il troppo stroppia". Vengono prese in considerazioni tematiche come la condizione di solitudine dell'uomo ed il binomio narrazione - social media che trova una sua base nel narcisismo, con la condivisione quasi compulsiva di ogni aspetto della propria quotidianità. Non di rado, la tensione partecipativa che si percepisce (che ha anche diversi pregi), mostra lati negativi come narrazioni chiuse, con il totale disinteresse dell'opinione altrui e la semplificazione di quella che è la realtà. Purtroppo non si tiene più conto delle fonti di una notizia e di conseguenza la distorsione del pensiero diviene un fenomeno fin troppo diffuso. Il problema più grave consiste nell'assenza di controargomentazioni riguardo alle fake news. Le narrazioni vogliono creare un legame di grande reciprocità ma quando queste assumono l'aspetto delle "hate speech" (incitare all'odio e alla violenza), viene meno il nobile fine. Viene suggerito come si debba recuperare la centralità dei contenuti, restituire valore all'identità di chi narra, di anteporre il rispetto di ognuno alla superficialità ed alla banalizzazione e di non anteporre, invece, il medium al suo contenuto. Non si può vivere di un racconto, di una narrazione, piuttosto che di un'esistenza.
mbasso

Social Media and Youth Mental Health - 0 views

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    Il testo riporta un avviso pubblicato dalla Surgeon General, che richiama l'attenzione del popolo americano su un problema urgente di salute pubblica, esprimendo crescenti preoccupazioni sugli effetti dei social media sulla salute mentale dei giovani. Nel testo viene richiamata l'attenzione sul rischio insito nel rendere disponibili piattaforme progettate per adulti, in modo "non supervisionato", a bambini e adolescenti. Uno studio longitudinale su adolescenti statunitensi di età compresa tra 12 e 15 anni (n=6.595), ha evidenziato una correlazione tra un uso dei social media superiore a 3 ore al giorno da parte di adolescenti ed effetti dannosi sulla salute mentale, inclusi sintomi di depressione e ansia. Un piccolo studio, inoltre, effettuato su giovani in età universitaria, ha rilevato che limitare l'uso dei social media a 30 minuti al giorno per tre settimane ha prodotto miglioramenti significativi in termini di gravità della depressione. L'avviso della Surgeon General richiama l'attenzione anche sull'influenza nefasta esercitata da contenuti estremi e inappropriati, diffusi da piattaforme troppo facilmente accessibili da bambini e adolescenti. Alcuni casi di suicidio sono stati infatti collegati a contenuti pubblicati sui social media, istiganti all'autolesionismo e all'assunzione di rischi. Questi studi hanno anche evidenziato che mostrare questi contenuti può anche avere l'effetto di normalizzare comportamenti aberranti, anche attraverso la formazione di patti suicidi e la pubblicazione di modelli di autolesionismo da seguire per gli altri
tonettimartina

Tecnologie digitali e apprendimento attivo - 4 views

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    L'articolo esplora come le tecnologie possano favorire un apprendimento attivo, coinvolgente e orientato alla costruzione di competenze concrete. Partendo da esperienze innovative come l'uso di applicazioni per lo studio della fisica attraverso simulazioni e modelli virtuali, si evidenzia il potenziale dei nuovi media nel rendere l'apprendimento più dinamico e significativo. Un punto interessante dell'articolo è il legame tra l'utilizzo delle tecnologie e l'approccio attivo alla conoscenza, che supera il modello tradizionale e passivo della lezione frontale. L'apprendimento attivo, infatti, permette di consolidare le conoscenze teoriche tramite esperienze pratiche che stimolano i sensi e coinvolgono direttamente lo studente. Estendere questo approccio oltre le discipline scientifiche potrebbe rivoluzionare l'intero sistema educativo. Per esempio, immagino l'utilizzo di applicazioni e simulatori immersivi che consentano agli studenti di discipline come storia o letteratura di "vivere" le epoche studiate attraverso ambienti virtuali, o agli studenti nell'abito del diritto di partecipare a processi simulati. In un contesto più pratico, queste tecnologie potrebbero essere sviluppate per creare una sorta di "alternanza scuola-lavoro virtuale" che venga valutata esattamente come un test o una interrogazione. Questi strumenti consentirebbero agli studenti di sviluppare un pensiero critico, poiché li costringerebbero a prendere decisioni e valutarne le conseguenze in un ambiente protetto, inoltre prepara i giovani al mondo del lavoro. Questo richiede formazione per gli insegnanti, progettazione pedagogica che tenga conto delle reali esigenze formative e la alla creazione di applicazioni interattive ad hoc che permetterebbero agli studenti di simulare mansioni specifiche dei loro futuri ambiti lavorativi.
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    L'articolo in questione evidenzia come le tecnologie possano favorire un apprendimento attivo e coinvolgente. Lo scenario educativo attualmente viene attraversato da una profonda trasformazione, alimentata dall'evoluzione delle tecnologie digitali; emerge infatti l'esigenza di rivalutare le metodologie didattiche tradizionali, orientandosi verso approcci che promuovano un apprendimento attivo, coinvolgente e focalizzato sullo sviluppo di competenze e partecipazione attiva. Un esempio ritenuto fondamentale in questa trasformazione è rappresentato dall'integrazione e dall'utilizzo di strumenti digitali nello studio di discipline scientifiche quali la matematica o la fisica. L'utilizzo di simulazioni interattive e modelli virtuali offrono agli studenti la possibilità di visualizzare concetti astratti e di sperimentare attivamente. Questo approccio si allontana dal modello passivo della lezione frontale, in cui l'apprendimento è spesso confinato alla ricezione di informazioni tramite un apprendimento meccanico, ripetitivo di nozioni, ritenuto spesso più veloce ma anche poco efficace nel lungo periodo. Il vero punto di svolta si basa quindi, nel legame tra l'impiego delle tecnologie e l'utilizzo di una didattica attiva. L'apprendimento attivo si fonda sull'esperienza diretta e sul coinvolgimento multisensoriale dello studente attraverso l'utilizzo di strumenti, la manipolazione virtuale o/e la risoluzione di problemi. Gli studenti in questo modo non solo acquisiscono informazioni, ma costruiscono attivamente la propria comprensione del mondo, imparano "come" e non "cosa". Questo approccio risulta molto potente e si estende in diversi ambiti, ad esempio, attraverso l'utilizzo di applicazioni e simulatori per consentire agli studenti di storia e letteratura di "immergersi" virtualmente in epoche passate o in contesti narrativi, vivendo in prima persona gli scenari studiati. Inoltre, le tecnologie digitali potrebbero essere sfruttate per colmare
aviggiano1

Il sistema scolastico estone - 2 views

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    Il presente articolo, scritto da Carolina Maurizio e pubblicato il 04/11/2024 presso "DYNAMIS, rivista di filosofia e pratiche educative", espone le caratteristiche del sistema scolastico estone. Questo sistema scolastico è caratterizzato da una prospettiva profondamente innovativa, si parla di un' istruzione prescolare, istruzione di base, secondaria e professionale gestita dai governi locali e prevalentemente gratuita. Nel 2021 il Ministero dell'Istruzione e della Ricerca estone ha pubblicato un documento che ha ridefinito gli aspetti pedagogici e le prospettive del sistema scolastico che mirano ad un'educazione incentrata sullo sviluppo del singolo e sulla digitalizzazione della didattica. Mira ad una formazione continua degli insegnanti che in un rapporto di scambio con gli allievi permettono una continua crescita, sono previsti da parte di essi feedback orali ed immediati per permettere un migliore l'apprendimento. La scuola estone punta ad adottare un approccio olistico all'istruzione extrascolastica, concependola come un processo che dura tutta la vita ed in relazione al contesto sociale; gli studenti hanno la possibilità dunque di progettare il loro apprendimento in base alle proprie capacità ed esigenze. Sono supportate competenze digitali per gli insegnanti e gli studenti che sono ampiamente utilizzate ed integrate da strumenti di autovalutazione e da diverse iniziative di sviluppo professionale.
chiarafamoso00

Media education and the limits of "literacy": Ecological orientations to performative p... - 8 views

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    L'articolo parla dell'importanza della media literacy, specialmente in un periodo in cui ci sono sfide come la disinformazione e il negazionismo. Sottolinea che, mentre le discussioni sulla media literacy possono aiutare le persone a proteggersi e a sentirsi empowerate, tendono a concentrarsi troppo sulle azioni individuali. Gli autori propongono un nuovo approccio, chiamato "ecologia dei media civici", che considera anche le interazioni tra diversi attori, sia umani che non umani, che influenzano i media. Questo approccio arricchisce la media literacy tradizionale, aiutando a comprendere meglio come funzionano i processi di produzione e consumo dei media,
rosalinda82

COMUNICAZIONE CROSSMEDIALE E COMUNICAZIONE TRANSMEDIALE - soundPR - 2 views

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    Lo storytellig è un nuovo modo di approcciarsi al pubblico, per cercare di diversificare le modalità di raccontare un evento, una storia, un film, un libro, in generale qualcosa che si ha la necessità di far conoscere. La comunicazione crossmediale fa si' che la "storia" venga resa all'uditore su canali diversi, analogici o digitali. La comunicazione transmediale fa si che si creino del contenuti coinvogenti per lo spettatore, ad esempio l'uso di un'app per giocare, completare o partecipare al topic proposto. Sfrutta il principio di performance di Jenkins: le personevanno coinvolte.
eleonorabottari

Le controversie del rapporto dell'educazione con i nuovi media - 3 views

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    Questo testo si concentra sul rapporto tra educazione e nuovi media e fa comprendere che è stato controverso fin dall'antichità. Lo mostra , ad esempio, attraverso l'iniziale citazione di Platone in una lettera per Socrate. Quest'ultima parla dei motivi per cui l'apprendimento attraverso i media possa essere fuorviante e poco efficace, in quanto si concentra troppo sulle forme superficiali piuttosto che sulle forme reali che rivolgono lo sguardo alla mente e che stimolano dunque l'intuizione. Un altro punto focale su cui si concentra questo testo è che è cambiata la nostra antropologia i cui nuovi tratti caratterizzanti sono: la realtà virtuale in cui il rischio è quello di non distinguere più la realtà fittizia dei media da quella reale; identità e spersonalizzazione per cui si ha un io più estroverso che comunica le sue questioni più intime a tutti, ma che poi rischia di non sapersi relazionare in presenza; superficie-profondità per cui l'educatore teme che l'uomo nuovo sia rapido ad apprendere ma superficiale. Da questi due passaggi si potrebbe dedurre che l'unica possibilità per l'educazione sia di umanizzare media e i processi individuali e sociali. Secondo la dottoressa Wolf ciò che è importante per l'apprendimento del bambino è quello di far coesistere le due "lingue" assieme ovvero ciò che ha a che fare con la cultura del libro e ciò che ha a che fare con la cultura del computer. Anche lo studioso Silverstone dà un suo parere a riguardo e conia il termine mediapolis che descrive la società attuale in cui i media ricoprono un ingrediente quotidiano e non si ha più una scelta di integrazione nelle proprie vite. Questa analisi mira a far comprendere il lato un po' più controverso dei media e del rapporto che essi hanno con l'educazione, ma al tempo stesso come essi possano convivere all'interno della società di oggi.
steleti2002

(PDF) Comunicazione ed educazione nell'era dei nuovi media | david kraner - Academia.edu - 3 views

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    L'articolo pone l'accento sul dilemma degli insegnanti di utilizzare o meno i media digitali. La comunicazione didattica richiede una certa padronanza di utilizzo di questi media: da una parte abbiamo gli insegnanti che a volte sono impreparati e a disagio, dall'altra gli studenti che sono sempre connessi con i social network ma sempre più distratti e con meno capacità di concentrazione. Da qui nasce il quesito: le applicazioni, le nuove tecnologie possono essere un supporto che aiuta o un ostacolo che ha deformato i nostri cervelli e comportamenti? Si parla di quarta ondata della comunicazione, ovvero Internet, preceduta dalla scrittura, la stampa, l'editoria, la radio e la televisione che inevitabilmente hanno influenzato la cultura e la società. Ognuno di questi strumenti ha cambiato anche i modelli di apprendimento però il problema è sempre all'inizio, perché non si conoscono le esperienze pregresse né tanto meno gli effetti negativi. La responsabilità di un educatore è il continuo aggiornamento dei contesti nei quali i ragazzi oggi vivono, e produrre dei contenuti, programmi e metodologie utilizzando le nuove tecnologie.
rmaracchioni

Digital media consumption and fake news as a challenge to lifelong learning - 3 views

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    Nell'articolo di Susanne Shumacher e Barbara Gross si evidenzia come il pensiero critico e l'alfabetizzazione digitale siano competenze chiave nell'era dell'informazione, cruciali per combattere la disinformazione e promuovere un'educazione efficace e duratura. Nello specifico la ricerca pone un forte accento sull'importanza dell'alfabetizzazione digitale come parte integrante dell'apprendimento permanente (lifelong learning): è fondamentale ricordare che l'alfabetizzazione digitale dura per tutta la vita e non si esaurisce in un singolo periodo di formazione. Si parla infatti di un percorso di sviluppo continuo, necessario per affrontare le sfide poste dai cambiamenti rapidi della società e della cultura digitale, che coinvolge gli studenti ma anche e soprattutto gli insegnanti. Le autrici, Susanne Schumacher e Barbara Gross, sono ricercatrici attive nel campo dell'educazione mediale e dell'alfabetizzazione digitale presso l'università di Bolzano. Hanno collaborato in studi e pubblicazioni sul tema dell'educazione civica digitale, in particolare focalizzandosi su come affrontare la disinformazione e le fake news nel contesto educativo. Il loro lavoro si concentra sulla necessità di promuovere l'alfabetizzazione mediale e lo sviluppo di competenze critiche nei giovani, per prepararli a navigare in un ambiente digitale complesso e in continua evoluzione. Barbara Gross è nota per diversi studi sull'educazione multiculturale e il multilinguismo (https://www.tu-chemnitz.de/phil/ipp/jun_prof/professur/inhaber.html.en) e Susanne Shumacher per approfondimenti di natura pedagogica anche sulla formazione degli insegnanti (testo in tedesco ma facilmente traducibile con facili strumenti on line https://mediarep.org/server/api/core/bitstreams/da639d6f-f72f-455e-bf50-f0a536ec8ed8/content).
saradimartino97

Ambienti di apprendimento innovativi - Una panoramica tra ricerca e casi di studio - 7 views

https://www.researchgate.net/profile/Elena-Mosa/publication/301601802_Ambienti_di_apprendimento_innovativi_-_Una_panoramica_tra_ricerca_e_casi_di_studio/links/571bddbd08ae6eb94d0d69ee/Ambienti-di-a...

ambienti di apprendimento innovazione nuovi metodi didattica scuola

started by saradimartino97 on 18 Nov 24 no follow-up yet
a_colucci

Sexually explicit media literacy education: parental perspectives and relevant resources - 3 views

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    Il presente articolo, scritto da Zen, Hendriks e Burns, fornisce una revisione della prospettiva genitoriale sull'educazione sessuale (CSE - Comprehensive Sexuality Education) e sull'educazione alla comprensione dei materiali sessualmente espliciti (SEM - Sexual Explicit Media) in Australia, Canada e Nuova Zelanda. I risultati rivelano un forte sostegno generale per l'implementazione della CSE nelle scuole, sebbene ci sia una disparità evidente nel sostegno all'alfabetizzazione SEM rispetto ad altri temi all'interno della CSE; in effetti, argomenti specifici legati ai SEM, come le abilità di alfabetizzazione mediatica e l'influenza dei SEM, hanno ricevuto un sostegno inferiore. In Nuova Zelanda, sono stati rilevati due principali orientamenti riguardo all'alfabetizzazione sulla pornografia: un approccio pragmatico che la considera essenziale nell'attuale panorama mediale, e un approccio orientato alla minimizzazione del danno che enfatizza i suoi impatti negativi. Questo evidenzia una divergenza nelle attitudini dei genitori su come i SEM dovrebbero essere affrontati nei contesti educativi. La revisione discute anche i livelli di comfort dei genitori nel coinvolgere i propri figli in conversazioni sui SEM: se molti genitori hanno espresso una preferenza per un dialogo aperto, spesso esitano a iniziare queste discussioni, citando disagio e mancanza di risorse per guidare le conversazioni. Inoltre, la revisione evidenzia che le risorse educative esistenti per i genitori sono variegate e spesso mancano di una valutazione precisa, il che solleva dubbi sull'efficacia e sulla credibilità di esse. Si sottolinea quindi la necessità di ulteriori ricerche sullo sviluppo di risorse che si allineino sia con i valori genitoriali, sia con gli obiettivi educativi secondo un approccio collaborativo che coinvolga genitori e figure professionali, per promuovere un'alfabetizzazione SEM che sia efficace e sensibile alle preoccupazioni delle famiglie.
paulinelajet

Partecipazione alla vita pubblica e Nuovi Media - 1 views

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    L'articolo pubblicato nel 2016 è proposto da due docenti universitarie italiane, che tentano d'indagare in quale modo i nuovi media, in particolare Internet e i Social Network, s'introducono e influenzano la partecipazione dei cittadini rispetto alla vita civica e politica. Tramite contributi teorici ed empirici l'articolo evidenzia sia i vantaggi significativi, che le sfide, fornendo una visione sia sulle potenzialità e le limitazioni che emergono in questi contesti. Personalmente l'ho trovato interessante in quanto vengono affrontate dinamiche interne, che a mio avviso si possono ben adattare e ampliare a diversi ambiti rispetto l'utilizzo dei media, ma anche della vita quotidiana, essendoci una grande influenza sociologica e di psicologia sociale. Viene proposta un'analisi di temi importanti di cui: la partecipazione collettiva, il senso di auto-efficacia, l'accessibilità alle informazioni, la mobilitazione e attivismo, suscitando il dialogo e discussioni bidirezionali. Viceversa, la messa in guardia rispetto alla diffusione della disinformazione, la polarizzazione delle opinioni, l'anonimato, la percezione d'ingiustizia, la personalizzazione dei contenuti e la superficialità del dibattito pubblico. Viene, inoltre, ribadita l'importanza di una buona educazione civica e media literacy per salvaguardare i cittadini ad una navigazione responsabile, efficiente, efficace e sicura.
angelamediaedu

Revisione studi sulla relazione social media, bambini- adolescenti, depressione, cyberb... - 2 views

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    L'articolo Pubblicato da Cambridge University Press per conto del Royal College of Psychiatrists  nel 2023 tratta la revisione di diversi studi (trasversali ed alcuni longitudinali) attuati per indagare la relazione tra l'utilizzo dei social media da parte di bambini adolescenti giovani adulti e lo sviluppo di fenomeni come psicopatologia, depressione, ansia, disturbi comportamentali, cyberbullismo, sexting eccetera. Parte dalla considerazione che i social media e le tecnologie in genere stiano rimodellando la comunicazione e la salute e con l'obiettivo di aiutare i fornitori ad educare i pazienti adolescenti giovani adulti e le famiglie su come interagire con i social media. Gli autori: Donald M. Hilty[, Dorothy Stubbe, Alastair J. McKean, Pamela E. Hoffman, Isheeta Zalpuri,Myo T. Myint, Shashank V. Joshi, Murat Pakyureke, Su-Ting T. Li    ,con questa ricerca, si sono posti i seguenti obiettivi: individuare le correlazione tra uso social media dei giovani e gli effetti positivi /negativi rispetto depressione ansia Promuovere sfide cliniche rispetto ai fenomeni di sexting suicidio e cyberbullismo individuare la relazione tra media comportamento e benessere in termini di salute Sottolineare gli studi finora condotti, gli studi potenziali da condurre, i potenziali ambiti non trattati, i nuovi sviluppi nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale per individuare prevenire rischi di suicidio Questi studi, hanno considerato quattro fasce di età: utilizzo dei social media dipenderebbe da come vengono utilizzati i media e dal tempo di fruizione attuato. 
albertisabry

Vero amore o emotional business - 5 views

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    Questo post, pubblicato dalla Morando, una tra le maggiori aziende italiane produttrici di cibo per animali, ci comunica un messaggio forte.. Acquistare i loro prodotti è "Il modo migliore di amarli". Sorge dunque spontanea una riflessione... Indubbiamente l'amore per gli animali si declina in tanti modi, non ultimo, nel modo in cui ci prendiamo cura di loro. L'azienda sfrutta la leva emotiva di chi li ama e li tratta a tutti gli effetti come membri della famiglia, volendo garantire a queste creature il meglio. E, l'espressione del micio, palesemente alla ricerca di coccole e tenerezza, mal si sposerebbe con un "no".. Questo è un esempio molto chiaro di come i nuovi media riescano a colpire le nostre diverse sensibilità ed in modi differenti (non sarebbe lo stesso per chi odia i gatti o per chi pensa basti solo dar loro del cibo pur amandoli). Guardando poi la qualità dei prodotti dell'azienda produttrice (fonte: Altroconsumo: https://www.altroconsumo.it/alimentazione/cibo-per-gatti/comparatore?int_campaign=PSBAN0I&int_content=none&int_medium=PRDSHUBL&int_source=PRDS&int_term=none&currentPage=2) Morando non è presente tra le prime 20 aziende. E' quindi vero amore?? dobbiamo sempre chiederci cosa sta dietro ad un simile messaggio, per quanto indiretto.. e valutare quanto l'impatto emotivo dello stesso ci possa spingere all'acquisto di un prodotto che forse, tanto bene, a loro non fa...
markultra

Chiarificazione ed approfondimenti al post precedente - 6 views

www.youtube.com/ [url=https://www.youtube.com/]www.youtube.com/"[/url]

isabellapav

"The Critical Effect: Exploring the Influence of Critical Media Literacy Pedagogy on Co... - 1 views

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    Il titolo dell'articolo è "A Local Lens on Global Media Literacy: Teaching Media and the Arab World" scritto da Katharina Schmoll del 2021. Lo studio delinea l'impatto dell'educazione critica alla media literacy sul comportamento e sulle opinioni degli studenti universitari relativamente ai social media. In particolare, l'autrice indaga un approccio locale e contestuale alla media literacy insegnato globalmente, usando l'area del mondo arabo come esempio. L'autrice afferma che un'analisi efficace alla media literacy globale deve tenere conto anche delle caratteristiche locali, in particolar modo i sistemi di potere e le culture comunicative della regione araba. Questo aspetto è particolarmente importante per fornire agli studenti gli strumenti necessari per analizzare criticamente del materiale estraneo alla propria cultura. Schmoll suggerisce anche che le istituzioni educative occidentali possono svolgere un ruolo importante nell'appoggiare questa pratica, specialmente perché riescono a raggiungere i giovani "nati digitali" che entrano in contatto con i media globali.
albertisabry

Media Education: istruzioni per l'uso – Il Polo Positivo - 5 views

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    L'immagine che troviamo in questo link, che promuove l'attività del CREMIT, ossia il "Centro di Ricerca sull'educazione ai Media, all'Innovazione e alla Tecnologia", è particolarmente significativa in quanto richiama, nella nostra mente, due concetti: il primo, quello di "Scaffolding", ossia quel processo o strategia educativa attraverso il quale l'insegnante o il mentor non trasmettono passivamente le loro conoscenze al discente, come accadeva in passato, quando il paradigma educativo dominante era quello comportamentista. Al contrario, il discente diviene parte attiva e costruttore della propria conoscenza e del suo sapere; l'insegnante quindi supporta, come un'impalcatura, questo processo, favorendolo. Ricordiamo, in letteratura, i contributi a tal proposito di Piaget, Bruner e Vygotskij. L'altro concetto è quello della cultura partecipativa, che sviluppa in chi ve ne fa parte, tutta una serie di competenze e capacità che saranno delle life skills, sempre più richieste nei lavoratori del domani. Apprendere in questi ambienti, che vengono definiti da Gee, dei veri e propri "spazi di affinità", porta i ragazzi ad apprendere più semplicemente e rapidamente, sentendosi inseriti in un gruppo di pari, dove l'affiliazione è molto forte così come lo sforzo comune per bypassare le difficoltà, dove sanno di poter contare su un "mentor", ossia qualcuno che avrà delle competenze superiori alle loro, che contribuirà quindi ad accrescere il loro sapere; sapere che verrà poi condiviso col gruppo, generando intelligenza, prima collettiva poi connettiva, (vedi De Kerchove). Il sapere non resta quindi rinchiuso nella mente del singolo, ma, condiviso, diventa fonte per l'accrescimento della conoscenza di tutti, rendendoci in grado di costruire, grazie al network, giorno dopo giorno, il nostro sapere. Network che si proietta anche a livello cognitivo: l'apprendimento non è quindi "puntiforme", dove i concetti sono isolati e sconnessi, ma diventa una rete.
astrobaldo

Una mia utopia - 8 views

Mi piacerebbe collegare la metafora biologica dell'interazione degli organi dell'organismo con le mappe ed un puzzle finale della conoscenza.Io ho avuto modo di studiare psicologia ma mi sono doman...

started by astrobaldo on 17 Oct 24 no follow-up yet
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